”I Superman non ci sono più, ora un giovane guidi il Pdl 4.0”

Serve una proposta moderata e liberale, FI è Berlusconi, Il Terzo Polo non esiste.

 

ROMA — Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia, i moderati stanno già pensando al dopo Forza
Italia. Anche lei?
«Questa è una riflessione che in realtà va avanti da un po’, a prescindere dallo stato di salute di Silvio Berlusconi. Lui stesso ne aveva coscienza, quando ha lanciato l’idea del Partito repubblicano».

Forza Italia potrà sopravvivere a Berlusconi?
«Forza Italia è Berlusconi».

Vittorio Sgarbi ha detto che una volta dimesso, Berlusconi si occuperà della famiglia.
«Quello che vorrà fare lo deciderà lui, ma non credo che smetterà mai di occuparsi di politica».

AI centro non si apre uno spazio?
«L’area moderata va rafforzata. Sarà il tema del nostro congresso il 20 e 21 maggio. Ci sono due opzioni: O il
Partito repubblicano, ma Giorgia Meloni sembra fredda, oppure un nuovo Pdl 4.0 a trazione moderata».

Guidato da chi?
«I Superman non ci sono più. Non dobbiamo commettere l’errore di pensare di fare una sommatoria di contenitori, ma immaginare una proposta politica liberale e sussidiaria, che faccia sognare e che guardi all’Italia dei prossimi trent’anni».

Trent’anni?
«Esattamente come fece Silvio fondando il centrodestra nel 1994».

Ma guidato da chi? Renzi o Crosetto?
«Si può ipotizzare un volto giovane, che costringa tutti noi a fare un passo indietro».

Il Terzo Polo ha fallito?
«Non esiste. Più va avanti e più si polverizza. L’8 per cento delle politiche alle regionali si è già più che dimezzato».

Come lo spiega?
«Un partito della responsabilità una volta che non va al governo in un sistema bipolare si scioglie. Lo si è
visto in Friuli, dove è ridisceso altre per cento, praticamente come Noi con l’italia».

Renzi e Calenda scoppieranno?
«Non mi sembrano Sandra e Raimondo, che litigavano ma poi si volevano un gran bene».

Insomma, Berlusconi o no, serve una rifondazione?
«La cosa più importante è fare bene al governo: quella è la sfida da vincere. E mi è piaciuta la recente
svolta governista di Forza Italia. Ma non va dimenticato che il centrodestra ha vinto anche grazie all’attuale sistema elettorale».

E quindi non ci si può cullare sugli allori?
«Resta enorme il problema dell’astensionismo e di un elettorato mobile».

Sì, ma nel concreto lei come la immagina questa Cosa moderata?
«Noi moderati e Forza Italia dobbiamo avere la coscienza di nuove sfide: abbiamo un anno di tempo per organizzare un’offerta in vista del prossimo cimento elettorale, le Europee».

Ricorda il suo primo incontro col Cavaliere?
«L’ho conosciuto nel 1995, ero ancora consigliere comunale a Milano, eletto con la Democrazia cristiana. In quel consiglio c’era anche il giovanissimo Matteo Salvini».

Silvio Berlusconi era stato appena disarcionato.
«Sì, era finito all’opposizione ma ebbe il coraggio di puntare sul modello Lombardia per ripartire, scegliendo come candidato governatore Roberto Formigoni, che apparteneva a un piccolo partito, il Cdu a cui nel frattempo
avevamo aderito. Ci vedevamo con altri ad Arcore ogni settimana per parlare di Milano e della Lombardia».

Metteva soggezione?
«Ti faceva sentire a casa. A noi giovani ci prese in simpatia e poi io ero milanista».

 

Intervista a Maurizio Lupi di Concetto Vecchio su Repubblica del 11/04/2023